Sarà di sicuro un’estate particolare, quella che vivremo tutti quest’anno: all’immaginario comune di spiagge assolate e sentieri montani, di mete lontane e oasi di relax, si sovrappongono le preoccupazioni per una pandemia non ancora debellata.
Nel dibattito internazionale sull’AI applicata alla comunicazione, un concetto sta emergendo con forza: “algorithmic empathy”.
In Smartive partiamo da un’altra prospettiva: la resistenza non è un ostacolo, è un segnale. Un segnale che indica dove serve investire — in dialogo, in senso, in competenze.
C’è un cambiamento silenzioso nel modo stesso di fare cambiamento.
Non bastano più piani, fasi o modelli predefiniti: oggi serve abilitare persone e organizzazioni a vivere la trasformazione come parte integrante del quotidiano.
In un’epoca in cui l’IA accelera ogni processo e moltiplica le risposte, potremmo illuderci che siano proprio le risposte ciò che conta di più.
E invece, nel design del cambiamento, tutto inizia dalle domande.