Cara futura Me,
vorrei che quando leggerai questa lettera tu fossi in una stanza luminosa e accogliente, che come ora dalle finestre si sentissero gli uccelli tra i rami degli alberi, e il rumore delle macchine, le voci dei bambini, la vita in vita, in lontananza.
Vorrei che il tuo socio sedesse ad un tavolo poco distante con le cuffie nelle orecchie e lo sguardo rivolto allo schermo del suo portatile (nuovo) a scrivere il prossimo libro, il prossimo film, il prossimo racconto d'impresa. Vorrei che aveste il vostro posto voi due, e con voi tutti quelli che vi aiutano a costruire specchi nuovi per chi non sa guardarsi.
Vorrei che steste programmando la nuova stagione degli eventi per quel nuovo cliente e che sulle pareti del vostro posto vi fossero tutte le facce e le parole che avete raccolto in questi anni - a dirvi che sì, siete esistiti - e le cento mappe (facciamo dieci) delle cose che farete, a dirvi che avete re-imparato ad allungare lo sguardo un po' più in là di dopodomani.
Cara futura Me, da qui non si vede un granché ma non significa che non ci sia nulla da vedere, dobbiamo solo fare qualche altro passo in avanti, la strada, del resto, non può essere che lì.
Bianca
Communication and/or Marketing