Caro FuturoMe,
12 mesi fa eravamo nella fase 2 della pandemia, mi e' toccato lavorare per 2 mesi in Smart working, come mi capita di fare da 25 anni, lavorando per un'azienda del settore ICT, solo che prima potevo scegliere se andare in ufficio e fare le stesse cose in compagnia dei miei colleghi, 12 mesi fa sono stato obbligato a farle da casa.
Tutto sommato non e' andata male, siamo stati bene in famiglia, con figlie grandi, una lavoratrice e l'altra universitaria, che non avevano bisogno di digital babysitting e di babysitting in generale.
E non mi e' mancato il barbiere, chi mi conosce sa il perché!
Mia moglie e' una professoressa di scuola media, 12 mesi fa fu obbligata dalla situazione a passare da un giorno all'altro, senza formazione e consapevolezza, dalla lezione in presenza a quella digitale, ma se l'è cavata anche lei benissimo. E' servito molto a capire che la scuola si può fare anche, e non solo, da remoto, che le lezioni on line possono aggiungere ma non sostituire il rapporto docente-studente in presenza.
Mi hanno colpito soprattutto le storie dei ragazzi con grossi problemi sociali ed economici che non potevano collegarsi alle lezioni online. Per quelli come me che hanno frequentato le scuole dell'obbligo con il grembiule, perché ricchi o poveri dovevamo sembrare tutti uguali, queste storie mi hanno fatto riflettere.
Ho pensato anche a tutti quei ragazzi italiani che non sono raggiunti da connessione a banda larga e dunque tagliati fuori dalle lezioni digitali.
In questi dodici mesi qualche risultato l'abbiamo raggiunto, ora la percentuale di famiglie raggiunte dalla banda larga e' aumentata, e mi ha fatto anche molto piacere sapere che chi non se la poteva permettere ha avuto la connessione gratuita pagata dalla scuola.
Don Milani diceva che "è la lingua che fa uguali"... oggi non basta... abbiamo bisogno anche di poterci connettere per provare ad essere un po più uguali. Purtroppo le condizioni sociali ed economiche degli ultimi sono peggiorate, ma questo e' un altro film, dobbiamo impegnarci tutti affinché i ragazzi delle famiglie più disagiate non smettano comunque di studiare.
Il digitale ha aiutato a non fermarci, continuando a fare le cose che facevamo prima. Purtroppo la crisi economica che abbiamo vissuto in questi ultimi 12 mesi ci impone di cambiare radicalmente ciò che facevamo prima, in modo migliore, più semplice, più efficace, e anche in questo il digitale ci sta aiutando a cambiare i processi e l'approccio ai problemi.
Se penso ai progetti realizzati 12 mesi fa, il mio pensiero va ai più fragili, ai bei progetti realizzati nelle carceri per favorire i colloqui tra detenuti e familiari via web, cosi' come gli incontri da remoto tra anziani e parenti nelle RSA. E poi le lezioni scolastiche da remoto nelle carceri o il volontariato digitale nelle residenze per anziani, quando non era possibile essere presenti.
Siamo riusciti ad abbassare lo sguardo e a guardarci anche un po' indietro, a trovare soluzioni anche per quelli che non corrono con noi. Ora c'è un po' di tempo in più per lavorare meglio e soprattutto per vivere meglio, penso ad esempio ai meeting che oggi propongo di fare in virtuale come prima opzione, ormai sono accettati da tutti e mi risparmio tanti viaggi in treno e in aereo.
I leader non hanno più alibi per far diventare più produttivi i collaboratori, misurando il risultato e non la durata delle prestazioni, si inizia finalmente a ragionare per obiettivi soprattutto nel settore pubblico, molte aziende e pubbliche amministrazioni, in accordo con i sindacati, hanno lasciato libertà di continuare a fare Smart working ai lavoratori, e questa e' stata una delle più grandi conquiste.
12 mesi fa non avrei scommesso su tutto ciò che ora sto iniziando a toccare con mano: di necessita' abbiamo fatto virtu' e speriamo che questa virtu' non ci lasci mai!
Milano, Maggio 2021
Francesco Benvenuto
Government Affairs Director