Se esiste una polizza contro l’incertezza sul futuro, questa ha un nome ed è: Apprendimento. Strategica, viva, concreta.
Non è un bonus accessorio. È una leva potente per restare rilevanti, innovativi e a prova di cambiamento.
Peccato che, spesso, gli obiettivi della formazione non vengono espressi chiaramente e risultano distanti dai bisogni reali delle organizzazioni. Serve una visione consapevole, capace di connettere strategia, persone e cultura.
Come evidenzia Gianpiero Petriglieri in “Three Ways to Lead Learning”, esistono tre modi diversi – e complementari – per guidare l’apprendimento in azienda, ciascuno con il suo sguardo sul cambiamento:
Custodians – I custodi della strategia
Guidano la formazione come leva per rafforzare ruoli, cultura e direzione aziendale.
Progettano percorsi strutturati, realistici, che rendono le persone più efficaci nel contesto attuale.
📌 Ideali per organizzazioni che puntano su coerenza e continuità.
Challengers – Gli agitatori del sistema
Credono nella formazione come diritto alla crescita personale.
Aprono spazi di confronto, consapevolezza e libertà, per chi vuole evolvere sé stesso e il proprio modo di lavorare.
📌 Perfetti in contesti che vogliono trasformarsi davvero.
Connectors – I facilitatori di relazione
Mettono al centro le connessioni tra persone, team e generazioni.
Valorizzano il dialogo più del contenuto, creando spazi in cui apprendere significa anche costruire cultura condivisa.
📌 Fondamentali dove il business incontra la comunità e l’inclusione è reale.
E in Italia, a che punto siamo?
📊 Secondo lo studio Inapp pubblicato su Il Sole 24 Ore:
・l’11,6% degli adulti partecipa ad attività di formazione (+4,4% dal 2020)
・Siamo 14esimi in Europa, per tasso di partecipazione, con un salto di ben 4 posizioni
・558.503 lavoratori già coinvolti, 80% su temi digitali, 20% su sostenibilità
👉 Il segnale è chiaro: la direzione è quella giusta. Ma per far decollare davvero la cultura dell’apprendimento serve coerenza, visione e coinvolgimento attivo.
Ed è proprio qui che strumenti come Smartivemap, il nostro tool di people analytics, fanno la differenza.
In un mondo in cui il change management è complesso da misurare, Smartivemap aiuta le organizzazioni a mappare in modo oggettivo e data-driven le competenze digitali delle persone che lavorano (o lavoreranno) al loro interno,scoprendo chi è più pronto all’innovazione e chi invece mostra maggiore resistenza al cambiamento, quelli che noi definiamo gli skeptic.
Una fotografia concreta del livello di prontezza e apertura al cambiamento digitale, utile per comprendere la maturità digitale dell’organizzazione e costruire percorsi formativi strategici.
Perché ogni percorso di trasformazione efficace parte dalla consapevolezza: sapere dove sei oggi è il primo passo per decidere dove puoi andare domani.
In Smartive, lo sappiamo bene e ogni giorno lo condividiamo con chi crede che il cambiamento non si insegna: si abilita. 📩 welcome@smartive.net